
Benvenuti in Z.A.I.N.O.
Il nostro impegno per il benessere degli studenti inizia qui. Scopri come Z.A.I.N.O. si dedica a creare un ambiente educativo equilibrato e supportivo. Unisciti a noi per costruire un futuro scolastico sereno e di successo per i nostri ragazzi.
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La nostra missione
Siamo orgogliosi del nostro impegno per tutelare il benessere psico-fisico degli studenti e promuovere un modello educativo rispettoso dei loro tempi evolutivi. Scopri come contribuiamo a un ambiente scolastico più umano e inclusivo.
I nostri obiettivi
Offriamo una gamma di iniziative e progetti mirati a contrastare il sovraccarico scolastico, sensibilizzare sulle tematiche dell'istruzione e favorire un equilibrio sano tra studio e tempo libero.
Supporto agli studenti
Socrate e gli allievi di oggi:
un parallelismo necessario
Socrate sosteneva che il maestro non è un detentore assoluto del sapere, ma un compagno di ricerca, spesso dipendente dai suoi allievi perché è nel dialogo con loro che nasce la conoscenza.
L’insegnante, nella visione socratica, non domina il tempo e la vita degli studenti, ma si mette al loro fianco, ascolta, osserva, cresce con loro.
Oggi, purtroppo, la situazione scolastica si è spesso rovesciata.
Gli studenti – soprattutto nella fascia 6-16 anni – subiscono un carico di compiti e verifiche che supera ampiamente il tempo scolastico, occupando pomeriggi, sere, weekend e perfino giorni festivi. Quello che dovrebbe essere un percorso educativo diventa, per molti, una vera forma di stress organizzativo, con effetti simili a quelli che nel mondo del lavoro sarebbero classificati come:
-
overworking
-
mancanza di recupero psicofisico
-
straining da carico eccessivo
-
compressione dei tempi di vita privata
Il paradosso è evidente:
mentre Socrate diceva di essere “dipendente” dai suoi allievi, oggi sono gli studenti a diventare dipendenti dalla scuola, dal registro elettronico, dai compiti senza limite, dalle richieste talvolta sproporzionate.
E proprio come accade ai lavoratori sovraccarichi, anche gli studenti vedono ridursi:
-
il tempo libero,
-
le relazioni familiari,
-
le attività sportive,
-
il riposo fisiologico,
-
gli spazi per coltivare interessi, creatività e vita sociale.
In un parallelismo perfetto con il mondo del lavoro, il sistema scolastico attuale rischia di trasformare i ragazzi in “dipendenti” degli insegnanti, anziché formarli alla libertà, alla curiosità e alla crescita armonica.
È un ribaltamento totale del modello educativo originario:
da scuola che nutre, a scuola che consuma.
Una scuola che vuole davvero educare dovrebbe ricordare la lezione socratica:
l’allievo non è un lavoratore subordinato, ma una persona in crescita, con diritto al proprio tempo, alla propria serenità e al proprio equilibrio psicofisico.
STRESS
Combatti lo STRESS da Compiti
Attività di sensibilizzazione per le famiglie sull'importanza di un carico scolastico proporzionato.
ECCO ALCUNI INTERVENTI
DEL PROF. MAURIZIO PARODI
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RELAZIONE SULLO STRESS SCOLASTICO
DERIVANTE DAL SOVRACCARICO DI COMPITI A CASA
E DALLA CONCENTRAZIONE ECCESSIVA DI VERIFICHE
ASSOCIAZIONE “Z.A.I.N.O.
Zero Ansia In Nome dell’Obbligo scolastico”
- oggetto della relazione
La presente relazione intende collegare il tema dello stress scolastico da sovraccarico di compiti a casa e da verifiche ravvicinate con il quadro giurisprudenziale già esistente in materia di danno psichico in ambito scolastico, al fine di:
- evidenziare come la giurisprudenza riconosca già la rilevanza giuridica del danno da stress in contesto scolastico, anche se nato da situazioni diverse (bullismo, straining, ambiente ostile);
- sostenere, per analogia, che un’organizzazione didattica patologica, caratterizzata da una massa di compiti che annulla il tempo di vita sociale e di svago degli student e da verifiche doppie e concentrate in brevi periodi, possa integrare una forma di danno da stress scolastico giuridicamente rilevante;
- richiamare la responsabilità contrattuale della scuola e i suoi obblighi di tutela dell’integrità psicofisica degli alunni.
- Il problema concreto: sovraccarico di compiti e verifiche ravvicinate
In sempre più contesti, in particolare nella fascia 11–14 anni (scuola secondaria di primo grado), si riscontra:
- una massa di compiti a casa quotidiani, tale da occupare l’intero pomeriggio e spesso parte della sera;
- verifiche scritte e interrogazioni concentrate, talvolta in numero doppio nella stessa giornata o in giorni consecutivi, senza adeguata programmazione e distribuzione temporale;
- una gestione didattica che di fatto cancella il tempo di gioco, sport, relazioni sociali e riposo, elementi fondamentali per lo sviluppo armonico del minore.
Questa organizzazione scolastica produce:
- ansia anticipatoria legata alle verifiche e al timore di non riuscire a completare i compiti; • senso di inadeguatezza e disistima, quando il carico è oggettivamente eccessivo e il
ragazzo percepisce di “non farcela”;
- riduzione del sonno, affaticamento cronico, irritabilità, difficoltà di concentrazione;
- compromissione del diritto al tempo libero, alla socialità, allo sport, che non ha solo valore ricreativo ma anche educativo e di tutela della salute.
Si configura quindi un ambiente di apprendimento sbilanciato, che non rispetta i tempi evolutivi dei ragazzi e produce una forma di stress cronico scolastico, pur in assenza di episodi di bullismo in senso stretto.
- Il quadro giuridico: obbligo di tutela e responsabilità contrattuale della scuola
La giurisprudenza di legittimità ha chiarito da tempo che:
- tra studente e istituto scolastico si instaura, con l’iscrizione, un contatto sociale qualificato dal quale deriva una responsabilità contrattuale dell’istituto (Cass. civ., n. 3695/2016, Cass. civ. n. 14720/2024);
- la scuola ha l’obbligo non solo di vigilare fisicamente sull’alunno, ma di tutelarne l’integrità fisica e psichica, organizzando l’attività in modo rispettoso della persona;
- la violazione di tale obbligo comporta responsabilità ex art. 1218 c.c.
In questo quadro, il problema non è soltanto “quanti compiti” o “quante verifiche”, ma come la scuola organizza il lavoro complessivo, se:
- tiene conto dell’età,
- coordina i carichi tra le diverse discipline,
- evita sovrapposizioni e accumuli,
- preserva spazi di vita extra-scolastica indispensabili per il benessere psicofisico.
Un’organizzazione didattica che ignori sistematicamente questi aspetti può integrare una forma di inadempimento all’obbligo di protezione, al pari di quanto avviene quando la scuola non interviene su episodi di bullismo.
- Giurisprudenza sul danno psichico in ambiente scolastico: il precedente “logico”
Le sentenze richiamate mostrano che i giudici:
- riconoscono la sofferenza psichica (ansia, paura, vergogna, disistima, ritiro sociale) come danno non patrimoniale risarcibile;
- attribuiscono alla scuola un ruolo attivo di prevenzione e gestione del disagio.
In particolare:
- Tribunale di Reggio Calabria, n. 1087/2020: responsabilità del MIUR e dell’istituto per un caso di bullismo ai danni di uno studente, con riconoscimento di danno biologico psichico e danno morale;
- Corte d’Appello dell’Aquila, n. 985/2024 (caso Pescara): studente di terza media vittima di bullismo con insorgenza di Disturbo Post-Traumatico da Stress, importante dimagrimento e ritiro scolastico; il DPTS viene riconosciuto come danno biologico psichico pienamente risarcibile;
- Tribunale dell’Aquila, 7 giugno 2023, n. 410: ex studente con 20% di danno biologico permanente per traumi psicologici derivanti da bullismo; il danno psichico è trattato come danno biologico a tutti gli effetti;
- Giurisprudenza di merito 2025 (scuola primaria): il danno morale viene descritto nei termini di dolore, vergogna, paura, disistima, disperazione, espressioni tipiche di uno stato di stress scolastico grave;
- Cassazione penale n. 28623/2017: il bullismo scolastico può integrare il reato di atti persecutori (stalking) quando produce uno stato di ansia e paura, alterazione stabile delle abitudini di vita e sofferenza psicologica prolungata.
Queste pronunce, pur nate da situazioni di bullismo, mostrano che:
- il giudice riconosce e qualifica giuridicamente lo stress cronico di origine scolastica, quando documentato clinicamente;
- il nesso causale tra ambiente scolastico e danno psichico è pienamente ammissibile.
- Il contributo delle sentenze sullo stress lavoro-correlato del personale scolastico
Anche la giurisprudenza relativa ai docenti e al personale scolastico è utile per comprendere come lo stress organizzativo venga già trattato in ambito giudiziario:
- Cass. lav. n. 5590/2016: il danno da stress lavoro-correlato rientra nel danno non patrimoniale e richiede la prova della lesione dell’integrità psicofisica e del nesso con l’organizzazione del lavoro;
- Cass. n. 33390/2021: viene esaminato lo stress sofferto da un docente per la gestione del rapporto di lavoro scolastico (distanza, disagi personali e familiari), con riconoscimento dello stress come elemento lesivo rilevante.
Se per il personale adulto lo stress connesso all’organizzazione scolastica è già considerato giuridicamente, risulta coerente ritenere che:
- anche per lo studente, sottoposto a un carico eccessivo di lavoro scolastico e a una
programmazione irragionevole di verifiche, lo stress cronico possa assumere rilevanza giuridica, soprattutto quando produce conseguenze documentate (ansia, disturbi del sonno, somatizzazioni, ritiro sociale).
- Applicazione al caso del sovraccarico di compiti e delle verifiche doppie e ravvicinate
Alla luce di quanto sopra, si può sostenere che:
- L’ambiente scolastico non coincide solo con le mura della scuola, ma comprende l’intero carico di attività che la scuola impone all’alunno, compresi i compiti a casa.
- Un’organizzazione didattica che preveda:
o una quantità di compiti tale da impegnare l’alunno per molte ore ogni giorno;
o verifiche scritte e interrogazioni programmate in modo da concentrarsi in
pochi giorni, talvolta in numero doppio nella stessa giornata;
o assenza di coordinamento tra i docenti e mancata considerazione dei tempi
di recupero e di riposo del minore,
può determinare uno stato di stress prolungato paragonabile, nelle sue
conseguenze, a quello riconosciuto nelle sentenze in tema di bullismo o straining.
- Le manifestazioni cliniche possono essere analoghe:
o ansia costante per la prestazione scolastica;
o riduzione del sonno e stanchezza cronica;
o somatizzazioni (mal di testa, mal di pancia ricorrenti, ecc.);
o ritiro da attività sportive e sociali, isolamento, calo dell’autostima.
- In presenza di:
o documentazione clinica (diagnosi di disturbo d’ansia, stress, DPTS, disturbi psicosomatici);
o prova del carico didattico e delle verifiche concentrate (diari di classe, registri elettronici, planning compiti, testimonianze); si può ipotizzare la sussistenza di un danno biologico psichico e/o di un danno morale riconducibile all’organizzazione scolastica, e quindi alla responsabilità dell’istituto ex artt. 1218 e 2043 c.c.
- Profili di responsabilità e obblighi di prevenzione
In questo contesto:
- la dirigenza scolastica e gli organi collegiali (collegio docenti, consigli di classe) hanno il dovere di:
o definire criteri condivisi per il carico di compiti;
o limitare il numero di verifiche per giornata e distribuire le prove in modo equilibrato;
o monitorare il benessere psicofisico degli studenti e intervenire in caso di segnali di stress diffuso;
- i docenti, singolarmente, sono tenuti a:
o coordinarsi con i colleghi, soprattutto nelle classi con più discipline impegnative;
o considerare l’età degli alunni e i loro tempi di apprendimento;
o evitare prassi valutative che, di fatto, generano un clima di pressione costante e insostenibile.
L’inerzia rispetto a segnalazioni reiterate di genitori e alunni sul tema dei troppi compiti e delle verifiche eccessivamente concentrate può essere letta come omessa prevenzione di un rischio psicosociale generato dalla stessa organizzazione scolastica.
- Conclusioni
Dalla rielaborazione della giurisprudenza disponibile e dall’analogia con i casi già decisi,
è possibile affermare che:
- Il danno da stress scolastico è giuridicamente configurabile anche quando deriva non da bullismo ma da un sovraccarico strutturale di compiti e verifiche.
- Le sentenze in tema di bullismo e di straining scolastico (sia su studenti che su docenti) dimostrano che i giudici riconoscono come risarcibile il danno psichico da ambiente scolastico patologico.
- Un sistema che, nella fascia 11–14 anni, riempie i pomeriggi di compiti e “blinda” le settimane con verifiche multiple e ravvicinate, cancellando di fatto la vita sociale e lo svago, è incompatibile con l’obbligo della scuola di tutelare l’integrità psicofisica degli alunni.
- In presenza di adeguata documentazione clinica e di una precisa ricostruzione del car ico didattico, il sovraccarico di compiti e verifiche può essere considerato a tutti gli effetti una forma di stress scolastico dannoso, riconducibile a responsabilità dell’istituzione scolastica.
- È pertanto necessario che le scuole adottino linee guida interne, regolamenti di istituto e pratiche didattiche che limitino:
o il numero di ore giornaliere dedicabili ai compiti a casa;
o il numero di verifiche per giornata e per settimana;
o le prassi valutative basate sulla pressione continua, a favore di modelli che integrino tempi di studio, di riposo, di gioco e di vita sociale.
Questa impostazione consente di trasformare il “disagio” percepito da studenti e famiglie in un tema giuridicamente fondato, inserendo lo stress da sovraccarico di compiti nel solco della giurisprudenza già formata in materia di danno psichico in ambiente scolastico

Cosa ci prefiggiamo
con il nostro Statuto
Art. 1 – Denominazione e sede
È costituita l’associazione denominata: “Z.A.I.N.O. – Zero Ansia In Nome dell’Obbligo scolastico”, con sede legale in Piazzale Municipio n. 21 a Marghera( VE). con sedi distaccate a Padova via Alto Adige 33 e Udine via Villalta 66.
L’associazione è apartitica, aconfessionale, senza fini di lucro.
Art. 2 – Finalità e principi
L’associazione si propone di:
- tutelare il benessere psico-fisico degli studenti, con particolare attenzione alla fascia 6–16 anni;
- promuovere un modello educativo equilibrato, rispettoso dei tempi evolutivi dei ragazzi;
- contrastare ogni forma di sovraccarico scolastico, stress da prestazione, disorganizzazione didattica;
- sollecitare interventi normativi e ispettivi per una scuola più umana e inclusiva;
- sensibilizzare famiglie, docenti e istituzioni sulla proporzionalità del carico scolastico;
- favorire la conciliazione tra studio, tempo libero, sport, arte e relazioni sociali;
- vigilare sulle condizioni strutturali e ambientali degli edifici scolastici.
L’associazione opera nel rispetto della Costituzione italiana, della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e delle normative scolastiche vigenti.
Art. 3 – Attività
Per il raggiungimento delle finalità, l’associazione potrà:
- raccogliere segnalazioni e testimonianze dai genitori o studenti;
- promuovere esposti, richieste ufficiali, osservazioni tecniche;
- organizzare convegni, incontri pubblici, ta
- avviare petizioni o proposte normative;
- collaborare con comitati, associazioni, enti pubblici o privati;
- produrre materiali informativi, dossier, pubblicazioni, video o contenuti social.
Art. 4 – Soci
Possono essere soci tutti i cittadini, genitori, educatori, studenti, professionisti o simpatizzanti che condividano gli scopi dell’associazione.
I soci si distinguono in:
- fondatori, firmatari dell’atto costitutivo;
- ordinari, che aderiscono successivamente;
- onorari, su delibera del Direttivo per meriti speciali.
Possono aderire all’associazione, anche di diritto, tutti gli iscritti ai sindacati FIADEL e CSA, mediante comunicazione scritta e firmata. L’adesione avviene in quanto coerente con le finalità associative di tutela dei diritti civili e sociali, della salute e del benessere degli studenti e delle famiglie.
Un futuro senza ansia per i nostri studenti
Sosteniamo un ambiente scolastico dove ogni studente possa crescere serenamente, valorizzando i propri talenti e aspirazioni. Insieme, possiamo costruire una scuola più umana e inclusiva.
**IL PATTO EDUCATIVO?
UN DOCUMENTO CHE FUNZIONA SOLO SULLA CARTA**
Il Patto Educativo scolastico viene presentato come un accordo nobile, un impegno reciproco, una base di collaborazione.
In realtà è un foglio patinato pieno di promesse non mantenute.
Uno strumento che dovrebbe tutelare studenti e famiglie, ma che di fatto serve soltanto a salvare la faccia dell’istituto.
- UNA SCUOLA CHE PROMETTE MOLTO E FA POCO
Il documento parla di “ambiente sereno”, “rispetto dei ritmi di apprendimento”, “crescita integrale”.
Belle parole.
Peccato che la quotidianità racconti altro:
- compiti eccessivi,
- verifiche concentrate,
- zero attenzione al benessere,
- stress che cresce ogni anno.
Promesse solenni, risultati assenti.
- IL SOSTEGNO AGLI STUDENTI? UNA FAVOLA
Si promettono recuperi, supporti, iniziative contro la dispersione scolastica.
Ma cosa vediamo davvero?
- studenti in difficoltà lasciati soli;
- interventi sporadici o inesistenti;
- nessuna programmazione reale.
Se il patto avesse un valore, lo studente fragile sarebbe al centro.
Oggi, invece, è spesso messo ai margini.
- DIALOGO CON LE FAMIGLIE: SOLO A PAROLE
Il documento proclama trasparenza, incontri, disponibilità, collaborazione.
Ma nella pratica:
- informazioni confuse,
- comunicazioni tardive,
- incontri che non risolvono nulla,
- zero ascolto delle criticità.
La collaborazione è diventata una parola svuotata.
Le famiglie parlano, la scuola non ascolta.
- PARTECIPAZIONE? BLOCCATA O TOLLERATA A FATICA
Si parla di comitati, iniziative, apertura degli spazi scolastici.
Eppure molti genitori si scontrano con:
- burocrazia soffocante,
- ostacoli non dichiarati,
- indisponibilità di fatto.
Un patto che parla di partecipazione ma teme davvero la partecipazione.
- TRASPARENZA: UN CONCETTO ELASTICO
La scuola promette chiarezza e pubblicazione di tutte le informazioni.
La realtà è fatta di:
- circolari dell’ultimo minuto,
- decisioni non spiegate,
- cambi di orario improvvisi,
- documenti che dicono una cosa e la pratica che ne mostra un’altra.
Trasparente non è ciò che si pubblica, ma ciò che si applica.
CONCLUSIONE
Il Patto Educativo è, oggi, un documento di facciata.
Un testo che esiste per essere firmato, non per essere rispettato.
Finché resterà così, la scuola continuerà a chiedere fiducia senza meritarla, a pretendere collaborazione senza offrirla, a parlare di benessere mentre scarica sugli studenti carichi e pressioni insostenibili.
Un patto vero si costruisce con i fatti, non con le frasi ad effetto.
E questo patto,
nei fatti, non vale niente
Relazione sul peso dello zaino scolastico – Esempio per un alunno di 40 kg
- Peso massimo consigliato
Secondo le linee guida sanitarie, il peso dello zaino non dovrebbe superare il 10%–15% del peso corporeo dello studente.
Calcolo sul peso di 40 kg:
- 10% di 40 kg = 4,0 kg
- 15% di 40 kg = 6,0 kg
👉 Il peso sicuro dello zaino deve essere compreso tra 4 e 6 kg.
- Confronto con uno zaino realmente misurato
- Peso effettivo dello zaino: 9,9 kg
- Supera il limite massimo (6,0 kg) di oltre il 65%.
- È più del 160% del peso consigliato.
Questo indica una condizione di carico eccessivo che richiede attenzione immediata.
- Possibili rischi per la salute
Colonna vertebrale
- In fase di crescita, un carico eccessivo può favorire deviazioni o accentuare curve fisiologiche come lordosi, cifosi e scoliosi.
Muscoli e articolazioni
- Dolori a collo, spalle e zona lombare.
- Contratture e irrigidimenti muscolari.
- Affaticamento precoce durante le attività quotidiane.
Equilibrio e postura
- Camminata sbilanciata.
- Riduzione della stabilità.
- Tendenza a piegarsi in avanti per compensare il peso.
Conseguenze a lungo termine
- Dolori cronici,
- Postura scorretta,
- Possibile ridotta tolleranza allo sforzo in età adulta.
Cosa fare immediatamente
- Ridurre il peso dello zaino
- Rimuovere materiali non indispensabili.
- Portare solo i libri effettivamente richiesti per la giornata.
- Verificare con la scuola la possibilità di:
- armadietti,
- copie digitali dei libri,
- doppie copie dei testi principali.
- Distribuzione corretta del peso interno
- Libri pesanti aderenti alla schiena.
- Oggetti leggeri nelle tasche anteriori.
- Materiale ben organizzato e non sfuso.
- Come indossare correttamente lo zaino
- Utilizzare sempre entrambe le bretelle.
- Spallacci regolati in modo da mantenere lo zaino alto.
- Lo zaino non deve scendere sotto la vita.
- Usare cintura lombare e/o toracica se presenti.
- Valutare soluzioni alternative
- Zaini con rotelle nei giorni particolarmente pesanti.
- Riduzione dei quaderni se possibile tramite registro elettronico o tablet.
- Richiesta ai docenti di una migliore distribuzione settimanale dei compiti.
- Controlli sanitari consigliati
- Visita ortopedica o fisiatrica preventiva.
- Valutazione periodica della postura, soprattutto in età preadolescenziale.
- Controllo del peso dello zaino almeno una volta al mese.
Conclusioni
Per un alunno di 40 kg, lo zaino dovrebbe pesare al massimo 4–6 kg.
Uno zaino da 9,9 kg rappresenta un carico eccessivo e potenzialmente dannoso, con rischi per postura, colonna vertebrale e benessere generale.
Ridurre il peso, correggere il modo di portare lo zaino e coinvolgere la scuola sono interventi immediati e indispensabili per tutelare la salute dello studente.
**DIFENDERE
CHI NON HA VOCE
IL SINDACATO DEI MINORI E DEI GENITORI**
Il carico di libri, lo stress dei compiti infiniti, la pressione delle verifiche e tutte le storture della didattica moderna stanno diventando un problema sociale.
Non è più solo una questione scolastica: è una questione di salute, di dignità, di futuro.
Viviamo in una società che ha smarrito i principi fondamentali:
👉 competizione continua,
👉 individualismo esasperato,
👉 studenti trasformati in piccoli adulti sotto pressione,
👉 genitori costretti a rincorrere un sistema che non ascolta e non protegge.
La scuola dovrebbe educare, non consumare energie psicofisiche.
Dovrebbe far crescere, non schiacciare.
Dovrebbe formare persone, non generare stress strutturale.
E invece i ragazzi vengono caricati come muli:
zaini fuori norma, compiti eccessivi, ritmi impossibili.
La loro salute – fisica ed emotiva – finisce in secondo piano.
La loro voce, completamente ignorata.
È qui che dobbiamo intervenire.
Perché nessuno difende i minori quando la scuola esagera.
Nessuno denuncia gli eccessi.
Nessuno mette un limite a una didattica frenetica, confusa, competitiva, disumana.
Serve un fronte comune.
Serve unirsi e dire basta.
Serve un “sindacato dei minori e dei loro genitori”:
un luogo dove trovare tutela, ascolto, rappresentanza.
Una forza capace di dire con chiarezza che la scuola non può diventare un generatore di stress, ansia e malessere.
Difendere i bambini significa difendere il futuro.
Difendere i genitori significa difendere la società.
O ci muoviamo ora, o pagheremo domani un prezzo altissimo:
una generazione stanca, sfibrata, abituata alla pressione ma non alla felicità.
Una società che forma competitori, non cittadini.
Obbedienti, non consapevoli.
Stressati, non liberi.
È tempo di fermare questa deriva.
È tempo di unire le forze.
È tempo di restituire ai minori la voce che non hanno – e ai genitori il potere che meritano.
Perché il futuro non lo si difende domani:
lo si difende oggi
Per scriverci
questa è la mail
associazione.zaino@z-a-i-n-o.com
Presentazione del documento senza zaino
Questo dossier dedicato al modello Senza Zaino offre una panoramica completa sulla filosofia educativa nata per trasformare la scuola in una comunità accogliente, responsabile e cooperativa. Attraverso contributi di formatori e docenti, il documento illustra i tre valori fondamentali del modello — ospitalità, responsabilità e comunità — e descrive come questi prendono forma nella vita quotidiana delle classi: dalla riorganizzazione degli spazi all’uso di materiali didattici mirati, dalla gestione condivisa delle attività alla valutazione autentica.
Un lavoro ricco di esempi concreti, riflessioni pedagogiche e pratiche operative, utile a chi desidera conoscere o approfondire questa significativa innovazione scolastica.
Molti genitori ci riferiscono chiedendo:
"Se elementari e medie sono entrambe scuole dell'obbligo, perché solo alle elementari i libri sono gratuiti e alle medie li devono pagare le famiglie?"
Perché questa differenza?
La risposta è semplice: lo Stato ha scelto di finanziare solo i libri della primaria, mentre per la scuola media ha lasciato la spesa a carico delle famiglie, nonostante si tratti anch'essa di istruzione obbligatoria.
vedi il documento sotto
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PER INCLUDERE DAVVERO LA PRIMA COSA CHE DOBBIAMO FARE È IMPARARE A CAMBIARE. CIO’ CHE HO IMPARATO DA ROBERTA PASSONI di Franco Lorenzoni scarica sotto

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